Nato per l’assaggio del vino e diventato poi strumento di lavoro, oggi è un simbolo legato alla promozione e alla comunicazione del ruolo del sommelier: il tastevin.
Il termine deriva dal verbo tâter o tester, cioè “testare, assaggiare, provare, esaminare”.
Esistono due modelli di tastevin: il Bordolese e il Borgognone, solitamente prodotti in argento o metallo. Il Borgognone è sicuramente quello più diffuso, peraltro oggetto simbolo dell’Associazione Italiana Sommelier. Ha un diametro di 8,5 cm ed è altro 2,9 cm. Il manico, composto da un anello e un piattino concavo, ha funzione di “poggiadito”. La parte centrale, leggermente rialzata, è detta “bolla di livello” e non va mai superata dal vino che vi viene versato, intorno ad essa troviamo 14 piccole perle che, agitando leggermente il tastevin, hanno la funzione di favorire una rapida ossigenazione al vino. Sul lato sinistro troviamo 8 perle concave che servono per l’esame visivo dei vini rossi, sul lato opposto si trovano invece 14 nervature incavate che servono a far risaltare la limpidezza e il colore dei bianchi.
Come oggetto il tastevin è stato studiato per essere non solo funzionale, ma maneggevole e facile da trasportare; garantisce un rapido esame del colore e l’ossigenazione del vino, ma non si riesce ad apprezzarne le qualità olfattive.
Inoltre non può essere utilizzato con gli spumanti perché non consente di valutarne il perlage.
Per questa serie di ragioni, è stato soppiantato dal bicchiere da degustazione standard di vetro o mezzo cristallo, che invece permette un’analisi molto più accurata delle varie tipologie di vino.